Mille riviste scientifiche liberamente consultabili dai ricercatori dei paesi poveri. Anche se si tratta soltanto delle riviste di discipline legate all'ambiente, l'apertura dei loro archivi non è cosa da poco per i diretti interessati, gli scienziati dei paesi di Africa, Asia e Sudamerica che hanno un Pil pro-capite minore ai mille dollari (in Italia arriviamo a 27.000).
L'Online Access to Research in the Environment è un progetto lanciato il 30 ottobre dal Programma per l'ambiente dell'Onu e dall'Università di Yale. Per ora sono coinvolte settanta nazioni, ma dal 2008 si aggiungeranno altri trentasette paesi con un Pil pro-capite compreso tra mille e tremila dollari.
Come nell'esperimento gemello intrapreso dalla Fao con Agora, Access to Global Online Research in Agriculture, le istituzioni scientifiche dei paesi della seconda fascia (da mille a tremila dollari pro-capite) dovranno pagare mille dollari all'anno per l'accesso ai database.
Anche Agora mette a disposizione dei ricercatori quasi mille riviste scientifiche che si occupano di agricoltura e sicurezza alimentare. Il nuovo programma dell'Onu invece aprirà gli archivi delle pubblicazioni di biotecnologia, botanica, clima, ecologia, energia, chimica ambientale, economia dell'ambiente. In entrambi i casi possono aderire, e quindi avere accesso ai dati, non solo le università e i centri di ricerca ma anche ministeri dell'ambiente, biblioteche, ong.
Secondo Scidev, però, molti ricercatori credono che questo progetto possa rendere più arduo il cammino della Dichiarazione di Berlino, che nel 2003 ha chiesto la diffusione dell'open access per tutti i dati scientifici.
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