Uno studio pubblicato sul prestigioso British Medical Journal dimostrerebbe che le persone più intelligenti mangiano vegetariano.
I cervelloni dell'Università di Southampton – che purtroppo non ci dicono se loro sono vegetariani o meno – hanno preso in esame 8.179 persone cui vent'anni fa, quando erano bambini di dieci anni, era stato misurato il Quoziente di intelligenza.
Ora hanno trent'anni e 366 di loro sono vegetariani, di cui nove vegani e un centinaio che mangiano pollo o pesce.
Il calcolo è semplice: il QI medio da bambini dei vegetarian/pollo/pescivori era di 105 punti contro i 100 dei carnivori. Insomma, i bravi ragazzi diventano vegetariani o qualcosa di simile. Nessuno però si preoccupa di commentare alcuni strani particolari dello studio:
a) non è chiaro perchè mangiare pollo sarebbe vegetariano e mangiare manzo no.
b) il QI è una misura dell'intelligenza pericolosamente soggetta a mille variabili culturali (provate a far fare i test per il QI concepiti per i bambini inglesi a bambini indiani, che magari sono tutti vegetariani, e vedrete).
c) dallo stesso studio emergono altre correlazioni: i vegetariani, più intelligenti, lavorano nel settore privato e non nel pubblico e sono d'accordo con la frase «Il governo dovrebbe redistribuire il reddito», insomma sono di sinistra.
d) e poi c'è la bomba finale. Le donne hanno un QI più basso: uomini veg 106, non veg 100; donne veg 104, non veg 99. Chi mi spiega questa trita e ritrita correlazione tra genere e QI?
Liz O'Neill della Vegetarian Society britannica, con sprezzo del pericolo, commenta immediatamente che «abbiamo sempre saputo che il vegetarianesimo è una scelta intelligente. Ora abbiamo un'evidenza scientifica che lo prova». Chissà che QI aveva quando era una bimba di dieci anni. Probabilmente basso, è una donna.