La sindrome NIMBY, Not in my backyard, che pareva aver contagiato solo il famigerato "popolo dei no" nostrano, è arrivata anche in Cina. O meglio, è arrivata sui media. Soprattutto su YouTube, dove si possono vedere le proteste dei cittadini di Shangai contro l’estensione del Maglev, il treno a levitazione magnetica da 400 km/h. Proteste che sono rimbalzate anche sui media internazionali.
Secondo WorldChanging, le proteste sono state le più grandi avvenute a Shangai (una città che è stata spesso culla di movimenti sociali) dopo quelle anti-giapponesi del 2005. E sono state favorite dall’uso e dalla diffusione delle tecnologie del web, come i blog o la stessa YouTube, sulla quale è apparso questo commento: “Thank you Youtube! For giving us this space and allowing us to see the
people’s reactions. Domestic websites are deleting our posts on the
maglev faster than we can write them, and for such a large incident as
this, the media is largely silent!”
Di certo, i cittadini non vedono di buon occhio gli sventramenti che saranno causati dalla costruzione della nuova linea ad alta velocità, che in alcuni quartieri passerà sopra alle abitazioni e come minimo ne diminuirà il valore commerciale. Che la nuova sfida da affrontare dai governanti cinesi sia lo scontro con i movimenti locali? C’è chi la pensa così, come lo storico californiano Jeffrey Wasserstrom.