Cepu, i tutor precari si ribellano

Zero in condotta ai tutor precari di Cepu, quelli che fanno passare gli esami anche agli studenti più asini: a Bologna si sono ribellati alle vessazioni dell’azienda. Uno sciopero (merce rara tra i precari), un appello, un blog, e l’inizio di una campagna nazionale. Per un po’ dovrete passarli da soli questi esami. Sotto l’articolo uscito sul Manifesto:

Li potremmo prendere a paradigma degli sfruttari italiani, almeno di
quelli che hanno passato anni a studiare: alta scolarizzazione,
contratto cocoprò, retribuzione di pochi euro l’ora, zero diritti e
tutele, mentre intanto il padrone di Cepu e Grandi Scuole – gli
istituti che ti promettono la promozione assicurata – macina lauti
profitti. I due marchi – molto pubblicizzati, conosciuti in passato
anche per gli spot di Alex Del Piero – sono stati fondati da Francesco
Polidori: nel 1969 aveva dato vita alla Marcon – casa editrice di
materiale didattico per il recupero degli anni scolastici – evolutasi
poi in Grandi Scuole nel 1986, a cui nel 1991 si affiancò la Cepu (e
tra l’altro nel 1995 il gruppo acquisì la storica Scuola Radio Elettra
di Torino).

Ebbene, oggi l’azienda di Polidori macina 120 milioni di fatturato
annui, ha 120 sedi e 3200 collaboratori a servizio. Tutti lavoratori
super-sfruttati, ovviamente: rigorosamente cocoprò (tranne le
receptionist, a termine rinnovate ogni anno, con pause di qualche
mese), guadagnano circa 11 euro l’ora, ma la «tariffa» riconosciuta per
la prestazione è variabile; cambia a seconda delle città, o della
materia che insegni (quelle scientifiche, tipo matematica o fisica,
possono arrivare anche a 15 euro). Il recupero di Grandi Scuole –
riservato agli istituti superiori – vede corsi con 4-7 studenti per
classe, tutti tenuti in sede: ma se gli studenti non si presentano,
l’ora non ti viene retribuita; lo stesso quando sei malato, e pure da
giugno a settembre, quando la scuola è chiusa, e con essa il tuo
contratto.

La Cepu, che opera con gli universitari, invece offre lezioni
individuali, e il meccanismo di pagamento è più «perverso»: un
pacchetto di ore per la preparazione all’esame ti viene retribuito 310
euro in tutto, che però ti vengono erogati a tranches (il 40% in ogni
caso; il 30% se l’allievo si presenta all’esame; il restante 30% solo
se viene promosso; altrimenti, per guadagnarti quel «maledetto» 30%,
devi continuare a prepararlo, e lavorare altre ore gratis).

A spiegarci le condizioni di lavoro degli insegnanti iper-precari è Simone Vecchi, Nidil Cgil di Bologna, che ha organizzato il primo sciopero Cepu in Italia,
limitato per il momento alla sola provincia emiliana. «I lavoratori si
sono rivolti a noi perché erano stremati dallo sfruttamento – spiega –
A questo punto abbiamo risposto: muoviamoci perché siate regolarizzati,
non facciamo una lotta solo per passare da 11 a 13 euro l’ora». Tra
l’altro, proprio a Bologna, in una vertenza autorganizzata i precari
avevano già ottenuto la retribuzione delle ore non lavorate per il
fatto che gli studenti non si presentavano. «Se si è compatti, i
risultati si ottengono», conclude Vecchi. E dal sito
iprecaridicepu.net, i lavoratori ipotizzano già uno stop nazionale.

2 Replies to “Cepu, i tutor precari si ribellano”

  1. Volevo informarvi che io, e molti altri tutor precari che hanno scioperato ma anche solo lasciato un commento sul sito http://www.iprecaridicepu.com non sono stati riconfermati, cosa che per noi co.co.pro. equivale al licenziamento. e’ un fatto gravissimo di cui la stampa sarà informata

Comments are closed.