Lo scopriamo oggi: una settimana fa è morto Mario Rigoni Stern, scrittore, montanaro, combattente nella seconda guerra mondiale. Con l’Anpi di Piacenza (Associazione nazionale partigiani d’Italia) avevamo più di una volta pensato di invitarlo a parlare in occasione del 25 aprile. Dalle nostre parti, negli ultimi tre anni, sono passati tra gli altri Lidia Menapace e Angelo Del Boca, a raccontare insieme a decine di partigiani piacentini un tempo speciale per il nostro paese.
Mario Rigoni Stern non è stato partigiano, ma ha vissuto lo stesso periodo in un modo in un certo senso simile: si è trovato a gestire il vuoto di potere lasciato dalla disfatta del fascismo, un momento in cui una generazione che non aveva mai conosciuto la democrazia si è ritrovata senza capi e senza leggi. Libera, in un senso più pieno e più pericoloso di quanto possiamo immaginare oggi. Quella generazione ha dovuto reinventare e sperimentare sul campo una forma di gestire i rapporti umani, prima ancora di mettere alla prova le sue idee politiche – quando le aveva.
In un paese di montagna, a inventarsi le leggi di una repubblica partigiana o il modo di gestire i rapporti con la popolazione, oppure nelle nevi della Russia, cercando di riportare a casa un esercito abbandonato dai suoi ufficiali e dai suoi governanti. Comunque, è una generazione dalla quale abbiamo ancora da imparare, senza bisogno di attingere alla retorica sulla Resistenza. Di Mario per fortuna ci restano i libri.