Buon compleanno videogame!

pong.jpg15 maggio 1967: Ralph H. Baer (foto), un ingegnere di origini tedesche non più giovanissimo, scampato alla persecuzione nazista degli ebrei rifugiandosi negli Stati Uniti con la famiglia, insieme al suo amico e tecnico elettronico Bill Harrison realizza il suo sogno di dare ai videogame la possibilità di raggiungere le masse.

Nel piccolissimo laboratorio di Nashua, NH, la prima consolle collegabile a uno schermo televisivo entra in funzione e inaugura un'era. La consolle si chiamava Brown Box, e nelle parole di Bauer il gioco Bucket Filling Game, in cui bisognava svuotare la metà blu dello schermo pompando con l'unico tasto a disposizione, «era primitivo, ma era solo l'inizio e fu divertente, almeno per un po' di tempo».

Dagli appunti di laboratorio del 15 maggio: «La prima partita è stata giocata da R.H. Baer e W. Harrison. Il nome del vincitore non verrà reso noto». Come scrive Benj Edwards su 1UP.com, «Mentre gli hippie nelle strade di San Francisco mettevano fiori nelle canne dei fucili, nel nevoso New Hampshire due uomini costruivano in modo artigianale il futuro del divertimento elettronico nel cuore di una macchina da guerra commerciale, la televisione. Nel maggio del 1967 i primi videogame del mondo – come li conosciamo oggi – fecero il loro silenzioso e modesto ingresso nel mondo».

Stop disasters game

Da Molleindustria

Se non siete riusciti a salvare il mondo con climate challenge non vi resta che prepararvi alla catastrofe climatica con stopdisastersgame.

L’online game che nasce da un’iniziativa dell’onu (l’ISDR) è basato su uno schema di gioco particolarmente appropriato che ricorda alla lontana SimCity e le sue apocalissi attivabili a comando. Il giocatore può scegliere tra vari scenari contraddistinti da particolari condizioni geografiche e da un caratteristico disastro "naturale": i caraibi e i loro uragani, l’australia e gli incendi, il mediterraneo e i terremoti e naturalmente l’asia del sud e gli tsunami.

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Chi vuole la tua PlayStation 3?

In Europa non è ancora uscita, ma i milioni di PlayStation 3 vendute in Giappone e Stati uniti stanno già facendo gola a chi ha bisogno di una grande potenza di calcolo. Le nuove consolle hanno processori particolarmente potenti (3.2GHz) che saranno perennemente connessi alla rete. Perchè non usarli per risolvere problemi computazionali?

La stessa Sony ha annunciato che le PlayStation potranno essere usate per funzioni di calcolo parallelo, e ha autorizzato Folding@home, un programma di simulazioni al computer per studiare il comportamento di alcune proteine interessate in patologie come Huntington, Alzheimer, Parkinson. Nata a Stanford nel 2000, Folding@home ha già utilizzato un milione di Pc sparsi per il mondo. Ma con 10.000 Ps3 che lavorano in parallelo si potrebbe raggiungere una potenza di calcolo di un teraflops.

Ovviamente sfruttando i momenti – di solito la maggior parte del tempo – nei quali il proprietario della PlayStation non gioca e quindi il processore non lavora ai videogame.

In fila ad aspettare di accedere a questa enorme montagna di tempo-macchina inutilizzato si sarebbero già messi anche progetti meno nobili. Secondo Gartner, un'azienda di e-business e tecnologia, i milioni di Ps3 che saranno in rete tra pochi mesi attireranno cybercriminali ansiosi di utilizzarne i teraflops.

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Fame di giochi

Due videogame, entrambi gratuiti e scaricabili dalla rete, affrontano da posizioni diverse i problemi legati a cibo, agricoltura, ambiente e fame. Si tratta di usare il videogioco come mezzo di comunicazione, e Food Force e McVideogame sono due esempi di come si possano saltare i confini tra generi utilizzando linguaggi originali per parlare di temi serissimi in modo moderno ed efficace… continua Continue reading “Fame di giochi”