Brevetti e peer review

Assegnare all'intelligenza collettiva della rete il compito di controllare le invenzioni in attesa all'ufficio brevetti. L'ennesima applicazione del cosiddetto web 2.0 la propone una cordata di aziende, General Electric, IBM, Microsoft, Red Hat e Hewlett-Packard insieme alla New York Law School e all'Ufficio brevetti statunitense, l'U.S. Patent and Trademark Office (Uspto).

Il progetto si chiama Community Patent Review e cercherà di cambiare, per ora nel campo del software, il processo di revisione delle richieste di brevetto, che devono essere depositate e sottoposte a un attento esame prima di essere accettate. Il progetto pilota partirà all'inizio del 2007 e durerà un anno, durante il quale scienziati e ingegneri potranno sottoporre le loro invenzioni all'ufficio brevetti americano tramite un sistema online. Tutti i documenti saranno da qual momento liberamente accessibili via internet, aperti al commento pubblico.

Chi vuole depositare un'invenzione (e da alcuni anni il software è considerato un'invenzione brevettabile al pari di un pistone o di un chip) deve infatti fornire i documenti che permettano ai dipendenti dell'ufficio brevetti di verificarne novità, originalità, riproducibilità. Secondo David Kappos, vice presidente del settore Proprietà intellettuale di IBM, aprire questo processo all'intelligenza collettiva della rete permetterà di avere «brevetti di alta qualità che aumenteranno la chiarezza riguardo ai diritti di proprietà intellettuale, riducendo i contenziosi e liberando risorse per l'innovazione». Sfruttando le conoscenze di un intero network di programmatori e appassionati di software, una comunità molto attiva e attenta alle innovazioni, che potranno dire la loro liberamente esprimendo dubbi e problemi.

I Ceo delle case software, che spesso siedono anche nelle poltrone più importanti dell'ufficio brevetti, vogliono in questo modo «permettere agli esaminatori di avere accesso alle informazioni tecniche migliori per aumentare la qualità dei brevetti», come afferma Kaz Kazenske, senior director del team Proprietà intellettuale di Microsoft e già membro della commissione dell'Upsto.

Anche se questa modalità «aperta» potrebbe comportare un lavoro supllementare proprio per gli esaminatori dell'ufficio brevetti, che dovranno vagliare attentamente i commenti del pubblico, secondo Marc Ehrlich di IBM anche l'Ufficio brevetti europeo (Epo) e quello giapponese (Jpo) starebbero seguendo con attenzione il Community Patent Review project: «C'è un interesse concreto, e per noi questa è una buona notizia perchè quando loro saranno pronti il software sarà lì ad aspettarli».