Da Marco Cattaneo, il direttore di Le Scienze, uno degli scritti più forti sul Disegno di legge in discussione dopo la morte di Eluana Englaro. Leggetelo e immergetevi nella realtà della malattia terminale e dei diritti, della dignità del cittadino.
Poi riflettete sulla frase contenuta nel Ddl: "l’alimentazione e l’idratazione, in quanto forme di sostegno vitale e
fisiologicamente finalizzate ad alleviare le sofferenze, non possono in
alcun caso essere sospese da chi assiste soggetti non in grado di
provvedere a se stessi".
E’ un inedito affronto alle libertà individuali quello cui sta portando la scellerata dottrina Dio, Patria e Famiglia di questo governo colmo di personaggi liberali come Gengis Khan, nonché dell’ala beghina del PD, partito ormai allo sbando completo per quel che riguarda diritti civili e laicità, da cui non mi aspetto più nulla. Spero che lo scontro si sposti presto alla Corte costituzionale e in Europa.
Grazie Marco per il tuo racconto.
“l’alimentazione e l’idratazione in quanto forme di sostegno vitale e fisiologicamente finalizzate ad alleviare le sofferenze, non possono in alcun caso essere sospese da chi assiste soggetti non in grado di provvedere a se stessi”
1)l’ipotesi di base è che allungare la vita sia equivalente ad alleviare le sofferenze, ma questo è francamente improprio. Solo il paziente può dire se la sua situazione sia sopportabile.
2)Molti potrebbero scrivere racconti come quello di Marco, e anche molto più duri, sia per le condizioni che per la volontà del paziente. Lo ringrazio per lo sforzo che ha dovuto fare a mettere in piazza realtà così intime.
3)Nel caso di Eluana, si parla di un paziente che non ha lasciato testamento biologico scritto, e che non può esprimersi. Visto che si procedeva solo all’alimentazione, avrei potuto accettare che, nel dubbio sulla volontà, si andasse avanti.Una decisione così motivata sarebbe per me stata rispettabile. Anche nel caso di Terry Schiavo, per lo stesso motivo, secondo me si poteva andare avanti.
4)Ma questi sono casi ben diversi dal caso del papà di Marco e di tanti altri papà. Sono soggetti che provano forti sofferenze non finalizzate e riescono a manifestare la propria volontà.
Dietro la volontà c’è la sofferenza, e non rispettare la volontà vuol dire non rispettare la sofferenza.
5)L’affronto alle libertà individuali colpisce, ma è la mancanza di rispetto verso le peggiori sofferenze, quelle che possono portare a non voler più vivere, che mi fa molto effetto.