Cyberchiefs

Ecco la versione italiana di una mia recensione appena pubblicata da New Media and Society.

La lunga lotta tra la repubblica della libertà e il regno della burocrazia si è spostata su internet. Cyberchiefs. Autonomy and Authority in Online Tribes di Mathieu O’Neil (Pluto Press 2009) è uno dei primi tentativi di analisi sociologica delle strutture di potere del web in relazione alla celebrata autonomia che la rete darebbe ai suoi utenti. L’autore si concentra sulla relazione tra la ricerca di autonomia e i processi reali che regolano la produzione diffusa e orizzontale di contenuti che avviene in progetti come quelli di free software o nella blogosfera – esempi ben noti di un nuovo tipo di sistema produttivo reso possibile dal web collaborativo, o web 2.0. O’Neil propone di definire una nuova forma istituzionale che lui chiama burocrazia tribale online e che è peculiare di internet e diversa dalle forme di organizzazione precedenti.

Continue reading “Cyberchiefs”

Fusione al nichel (forse)

Su segnalazione di zotico1.0 sono andato a cercarmi questo famoso Rossi-Focardi paper, "A new energy source from nuclear fusion", in cui il prof Sergio Focardi (foto), fisico credo in pensione, che non risulta più negli elenchi dell’università di Bologna, e l’ingegner Andrea Rossi, entrambi bolognesi, annunciano un rivoluzionario processo (già brevettato) per una fusione fredda a nichel che produce una quantità di energia inaspettata. Se ne sta parlando su alcuni siti e sembra che stia diventando abbastanza conosciuto. Nei forum gira voce (ma non trovo conferme ne sui giornali ne sui siti ufficiali) che i nostri abbiano un finanziamento da DOE e DOD, cioè da due dei principali finanziatori di ricerca scientifica negli USA, il dipartimento dell’energia e quello della difesa.

Continue reading “Fusione al nichel (forse)”

Fallisce deCODE. No future per la genomica pura

Per qualcuno è il segnale della fine della genomica "pura", quella che affastella dati su dati senza sapere bene cosa farci. La deCODE Genetics di Kari Stefansson, una delle imprese capofila di questo approccio, ha aperto una procudera di fallimento: ha accumulato un debito di 314 milioni di dollari a fronte di un capitale di soli 70 milioni.

Per chi non la conoscesse, la deCODE è l’azienda islandese che è diventata famosa per il suo progetto Health Sector Database (HSD), di raccolta dei dati medici e genetici dell’intera popolazione dell’Islanda: nei suoi database ci sono i dati di 140.000 islandesi (ora in vendita). Negli ultimi anni si era invece lanciata nel settore della genomica personalizzata con il progetto deCODEme: test e screening genomici più o meno low cost per scoprire supposte predisposizioni alle malattie.

"Non abbiamo mai generato profitti", annuncia sconsolato il documento pubblicato da deCODE, che rivela come le sue uniche entrate siano sempre e soltanto state legate a contratti con case farmaceutiche e sovvenzioni. Sulle vicende di deCODE c’è un libro molto bello di Mike Fortun, un antropologo americano che ha studiato gli scontri politici avvenuti in Islanda ai tempi del progetto HSD. "Promising genomics, Iceland and deCODE Genetics in a World of Speculation", parla di come una piccola impresa biotecnologica ha fondato le sue fortune, ed è diventata una delle più ricche della storia, basando tutta la sua attività su un’insistente, continua e inarrestabile narrazione sul futuro.

Crackare i propri geni per conoscere il proprio futuro, per esplorare possibilità inimmaginabili, per curare malattie che ancora non abbiamo. Nel racconto di Furtun la speculazione avveniva di pari passo in due campi: nelle narrazioni sui risultati possibili della genomica e sui listini del Nasdaq, la borsa dei titoli tecnologici. Uno di quei due tipi di speculazione è arrivato al peggior no future possibile, la bancarotta.

Vino rosso e eros per sempre

Il mio guru Nicola Mondaini ha pubblicato un libro tutto dedicato a vino e sessualità. In attesa di leggerlo vi ripropongo le sue ricerche che dimostrano che le donne della regione del Chianti che si bevono un paio di bicchieri di rosso al giorno hanno una sessualità migliore delle astemie.

Mi diverte molto il modo in cui queste ricerche correlano un po’ qualunque cosa a una parte del comportamento umano tanto complessa come il sesso. Ovviamente, non spiegano mai quale sarebbe il nesso causale tra i bicchieri di vino, per esempio, e il miglioramento della sessualità. Io intanto ho rinpinguato la mia cantina, non si sa mai.

Alta velocità ma non per tutti

Trenitalia ha pubblicato il nuovo orario: dal 14 dicembre entra in servizio il Frecciarossa, treoremmezza da Milano a Roma, e gli altri treni devono cedere il passo. Come previsto da anni dai critici dell’Alta velocità, il tempo risparmiato da chi potrà permettersi i treni ultraveloci (che tra l’altro paghiamo tutti, e profumatamente) viene compensato con ritardi per la massa di pendolari che coprono brevi distanze tutti i santi giorni per andare al lavoro.

Tradotto: il manager e l’onorevole faranno Piacenza-Roma in due ore una volta al mese. L’impiegato, Piacenza-Milano in un’ora e rotti tutti i santi giorni: la novità infatti è che circa metà dei treni che usa quotidianamente impiegheranno cinque minuti più di prima per portarlo a Milano Rogoredo al mattino e poi a Piacenza alla sera. Che in Val di Susa non fossero proprio solo dei montanari contrari al progresso? Vabe’, la consolazione è che possiamo dire "noi l’avevamo detto". Spero non mi sentano i pendolari piacentini.

Probabilmente dio non esiste

There’s probably no God. Now stop worrying and enjoy your life. Con questo slogan la Atheist Campaign della Associazione umanista britannica, appoggiata dall’ateo per eccellenza Richard Dawkins, presto addobberà sessanta bus londinesi. Dopo il primo giorno di raccolta fondi online, la campagna aveva già raccolto cinque volte la cifra che si era posta come obiettivo totale. A gennaio, per tutto il mese, fatevi un giro per Londra e godetevi lo spettacolo.

La Repubblica del gossip

Per farmi perdonare dei due mesi di silenzio del blog, voglio
segnalarvi una nuova applicazione da aggiungere al vostro Firefox. E’
più interessante di questo blog e prende un po’ per il culo La
Repubblica, e cosa c’è di più divertente che sputare nel piatto in cui
si mangia? 

Scaricatevi La Repubblica del gossip,
"una estensione per il tuo browser firefox che ti permetterà di
aumentare il livello di gossip della homepage di Repubblica", come
dicono quelli di Autistici/Inventati, e poi aprite repubblica.it:
avrete come per miracolo una visione più equilibrata di quelli che sono
i temi principali del giornale online più letto d’Italia.

Copincollo dal sito di republicofgossip: "Gli articoli dell’homepage di
Repubblica.it rispecchiano i reali interessi dei lettori: stupende
pubblicità, interessanti articoli di sport, moda, televisione,
spettacolo, gossip, tette, seni, culi, calendari, sesso, droga e
plastiche facciali… E probabilmente, loro vorrebbero fare di più! Ma
purtroppo qualcuno nella redazione di Repubblica.it è ancora
interessato a fornire notizie noiose su politica, economia o esteri.
Come far sì che ciò che veramente gli italiani voglio leggere, le
notizie di regime, emergano sul sito di Repubblica?"

Cliccate qui per scaricare direttamente l’applicazione. E non dite che i nerd di A/I non vi vogliono bene.

I videogame fanno bene alla tua psiche

Oltre a ospitare la Microsoft, il gigante locale, Seattle è piena di imprese del web: solo qui nel quartiere di Fremont hanno sede Adobe, Google e GettyImages, tanto per dire. Ma soprattutto Seattle è famosa per le company di casual games, che la affollano a decine e la settimana scorsa si sono trovate a convegno proprio qui. I casual games sono quei giochini semplici semplici ma divertenti che diventano droga dopo pochi secondi. Tetris, per capirci, non quei giochi in 3D che il vostro vecchio computer non riesce più a far girare.

Ora, pare che i casual games facciano bene: PopCap, una grossa azienda di Seattle, ha speso più di 100.000 $ in ricerca per scoprire che giocare ai suoi giochi è un toccasana per la salute mentale. Monitorando l’attività mentale di un gruppo di giocatori, la ricercatrice Carmen Russoniello ha scoperto che erano meno stressati e meno tesi del gruppo senza videogiochi. Il comunicato stampa della PopCap e l’articolo sul settimanale di Seattle da cui prendo la notizia parlano di effetti su Adhd, depressione, stress, diabete e malattie cardiocircolatorie. Cosa aspettiamo a darci dentro?

(Ah, il mio ospite qui a Seattle di lavoro fa le musichette proprio per una ditta locale di casual games, e infatti sento che vivendo con lui il mio stress sta già diminuendo…)