Insegnanti di tutto il mondo unitevi! Se vi chiedete come far entrare nella scuola le potenzialità del cosiddetto Web 2.0, cioè di quelle applicazioni che permettono agli utenti della rete di non essere consumatori passivi ma di creare i propri contenuti in una forma sociale e condivisa, il Global Text Project è quello che fa per voi. Soprattutto se non siete insegnanti ma studenti in coda in libreria per l’acquisto dei costosissimi libri di testo scolastici.
Il progetto parte dall’Università della Georgia negli Stati Uniti, ma si propone di creare una rete in tutto il mondo per rendere disponibili testi a costo zero per gli studenti dei Paesi in via di sviluppo, che spesso non possono permettersi i libri necessari per l’educazione superiore. Non si tratterà di semplici libri e nemmeno soltanto di e-book, ma di wiki, cioè testi aperti alle modifiche che la stessa comunità scolastica vorrà apportarvi per migliorarli.
L’uscita dei primi due «titoli» è prevista per gennaio: saranno l’esperimento per tastare il terreno e valutare la fattibilità del progetto, oltre che per vagliare le possibili forme di finanziamento. Naturalmente il costo della produzione dei libri del Global Text Project sarà basso in termini economici, ma richiederà invece un grande sforzo sociale: esattamente come per Wikipedia, l’enciclopedia on line prodotta dall’intelligenza collettiva dei suoi stessi utenti che ha dimostrato di reggere il confronto con ben più blasonate (e costose) opere.
Rick Watson, l’animatore del progetto, dice che il ruolo di Global Text Project è di «creare un’infrastruttura per permettere a professori e studenti in tutto il globo di unirsi per creare qualcosa di valore per molti altri. Coinvolgerne molti per il bene di molti di più». I wiki non sono altro che programmi di composizione di testi on line, accessibili e modificabili dagli utenti, cioè strumenti per lavorare collettivamente in rete, come prescrive il verbo del Web 2.0. In questo modo si sfruttano le competenze e il lavoro di un intero network sociale invece che di pochi redattori, con un effetto non solo di somma delle loro forze, ma sinergico. Proprio per questo il successo di questo tipo di iniziative dipende dalla loro capacità di mobilitazione degli utenti di internet.
E così pochi giorni fa è stata lanciata la richiesta pubblica di partecipazione aperta i singoli, ai dipartimenti, alle reti sociali che volessero partecipare alla stesura collettiva del primo libro – ovviamente si parte con un testo sui sistemi informatici. Ognuno sarà libero di registrarsi e partecipare al progetto compilando una parte del libro, che sarà comunque sottoposto a revisione dai professori universitari che lavorano per il progetto per garantire l’attendibilità scientifica. E alla fine i libri saranno disponibili in formato wiki e pdf, tradotto anche in arabo, cinese e spagnolo. In tutto il mondo qualunque insegnante o studente sarà libero di scaricarlo, stamparlo, e naturalmente anche modificarne il testo. Un po’ come ha fatto Wired poche settimane fa, quando ha annunciato l’apertura di un wiki pubblico con il quale scrivere… un articolo sulla scrittura collettiva on line, che sarà poi pubblicato sulla rivista.
di Alessandro Delfanti