Le grandi catene di fast food all'assalto. Kentucky Fried Chicken ha costruito il primo logo aziendale visibile dallo spazio. Proprio nel Nevada, vicino alla top secret Area 51.
Burger King invece sta girando un gigantesco spot sotto forma di film. Above the King sarà una commedia, incentrata sulla storia di un ragazzo che vive sopra un ristorante Burger King e ha una strana amicizia con un aristocratico: The King, il simbolo della corporation.
Adrienne Hayes, la portavoce dell'azienda, afferma che «Burger King si sforza di raggiungere i consumatori in un modo unico e non tradizionale». E infatti con questa operazione Burger King conferma la sua attenzione per forme di marketing originali, che non si limitano agli spot o alle sponsorizzazioni ma entrano direttamente nei meccanismi di produzione dell'immaginario. In particolare quelli rivolti a ragazzi e adolescenti, la fascia di clienti «trainante» dell'economia dei fast food.
Il mese scorso Burger King aveva fatto parlare di sé per aver prodotto tre videogame per la consolle Xbox: Pocketbike Racer, Big Bumpin' e Sneak King, in vendita al costo di cinque dollari in tutto. I protagonisti dei giochi erano il solito Re e The Subservient Chicken, uno strano pollo cameriere.
Il progetto di produrre un lungometraggio è un passo avanti (anche dal punto di vista dell'investimento economico) rispetto alle classiche apparizioni di prodotti all'interno di un film. Dalle sigarette agli amari, il cinema italiano è pieno di esempi, e a Hollywood centinaia di merci sono entrate in una pellicola grazie a una sponsorizzazione più o meno occulta della produzione.
Oggi però le grandi aziende possono permettersi esperimenti di marketing molto più estesi. Nike, per esempio, ha prodotto diversi documentari. Uno su tutti: quello dedicato agli allenamenti di Lance Armstrong per il Tour de France. Pepsi, invece, ha coprodotto un film sullo snowboarding. Puma ha sponsorizzato un film, Shaolin Soccer, che è colmo di riferimenti ai suoi prodotti.
Il film di Burger King, che parte con un budget attorno ai 10 milioni di dollari, rischia comunque di essere il primo ad avere come protagonista assoluto la «mascotte» di un'azienda.