L’informatica può dare lezioni di innovazione alla farmaceutica. Lo sostiene l’ex Ceo di Intel, Andrew S. Grove, in un’intervista a Newsweek, rilasciata dopo il suo intervento al meeting annuale della Society for Neuroscience.
Grove accusa il sistema della ricerca biomedica di non produrre da anni un’innovazione utile ma di preoccuparsi solo di pubblicare articoli scientifici che riguardano solo ratti o cavie.
E sostiene che la via d’uscita sarebbe dare a Big Pharma delle scadenze simili a quelle che guidano l’industria informatica. Per esempio, decidere (come ha fatto Steve Jobs per l’iPhone) che entro l’anno X la casa farmaceutica deve mettere in commercio il farmaco Y.
Cosa che sarebbe impedita anche dal fatto che "il sistema di peer review per l’assegnazione di finanziamenti e per gli avanzamenti accademici ha il grande difetto di creare conformismo di idee e valori.
E’ l’equivalente moderno delle gilde medievali", e tende a scartare le idee più bizzarre e inusuali, proprio quelle che fanno la fortuna dell’industria informatica.
Naturalmente la "rivoluzione culturale" auspicata da Grove non tiene conto delle esigenze di sicurezza dei pazienti e di chi si sottopone alle sperimentazioni. Solo ostacoli burocratici sul cammino della ricerca & sviluppo?