Il governo britannico ha risposto alla petizione, inviata da decine di personalità del mondo vegetariano, che chiedeva di "legalizzare" i termini "vegan" e "vegetarian". Non che sia proibito pronunciarli, ma non hanno quella definizione di valore legale che in campo alimentare è garantita, per esempio, al termine "biologico". Una bella differenza, quando un consumatore deve valutare l’etichetta di un prodotto.
Ora il governo UK ha ammesso che le direttive europee che definiscono il significato di questi termini non sono sufficienti, e che le linee guida in proposito della Food Standards Agency non sono obbligatorie. Per questo si è impegnato ad analizzare l’efficacia di queste linee guida ed eventualmente a rivederle periodicamente. Sembra che l’India, da questo punto di vista, sia la nazione più attenta all’etichettatura dei prodotti vegani e vegetariani. Qui la nota del Ministero della sanità indiano.

Lo sentiamo dire da anni: l’Europa si candida a diventare leader della società della conoscenza, un’espressione di cui la politica si riempie la bocca spesso. Dietro ai buoni propositi tuttavia si nascondono diverse visioni dei modi per allargare il più possibile la circolazione delle conoscenze.
La notizia la prendo
Nel 2005 sono stati 12,5 milioni: più 3% rispetto al 2002 (escludendo le nazioni entrate di recente nell’Unione). Al primo posto la Francia con 2.325.398 animali, seguita
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