L’associazione dei cantautori canadesi ha proposto di introdurre una licenza collettiva, il “Diritto di equa remunerazione per la condivisione di file musicali”. Si tratterebbe di legalizzare lo scambio di file coperti da copyright per mezzo dei sistemi peer to peer. In cambio, si applicherebbe una tassa una tantum di 5 dollari su ogni connessione internet canadese, i cui proventi sarebbero poi distribuiti ai detentori dei diritti d’autore.
Secondo gli estensori della proposta, “il file sharing è un fenomeno positivo perche aiuta a diffondere la musica, anche quella meno famosa, ma bisogna fare in modo di retribuire adeguatamente chi la produce”. Il problema, che sta alimentando le critiche dei blog di mezzo mondo, è che da una parte ci sono moltissimi di utenti di internet che non scaricano musica, e che sarebbero colpiti comunque da questa tassa. Inoltre, una volta retribuiti i musicisti (o meglio, le case discografiche), bisognerebbe pensare anche a chi produce film, software, libri… insomma, tutto ciò che si puo scaricare gratuitamente dalla rete. Un rapido calcolo porta la tassa a un paio di migliaia di dollari all’anno per ogni connessione internet.

Lo sentiamo dire da anni: l’Europa si candida a diventare leader della società della conoscenza, un’espressione di cui la politica si riempie la bocca spesso. Dietro ai buoni propositi tuttavia si nascondono diverse visioni dei modi per allargare il più possibile la circolazione delle conoscenze.
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Per tutto il mese di agosto ho tenuto un paginone settimanale su Liberazione, dedicato a scienza, rete, movimenti, sviluppo…
Chi sono gli hacker? Sono innanzitutto persone che condividono un’attitudine e un’etica e che si erano messe all’opera ben prima dell’inizio della rivoluzione informatica e della nascita della stessa parola «hacker». Gli eroi dell’era dell’informazione sono coloro che hanno creduto negli ideali della libera condivisione delle idee, della ricerca e della curiosità.
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