Steven Rose: il cervello dopo l’11settembre

Sull'Unità di giovedì 24 maggio è uscita una mia intervista a Steven Rose, biologo, che dirige il gruppo di ricerca sul cervello e il comportamento della Open University, in Inghilterra. Alla carriera di ricercatore Rose ha da anni affiancato un lavoro culturale, ritagliandosi un ruolo di critico della visione strettamente deterministica della natura e del comportamento dell’essere umano. Quella, per intenderci, che fa sì che i giornali possano titolare «trovato il gene dell’omosessualità».

Per Steven Rose il cervello (la struttura più complessa tra quelle prodotte dall’evoluzione) deve essere studiato usando strumenti più ampi di quelli che le moderne neuroscienze hanno a disposizione. Anche se la frontiera della conoscenza scientifica del cervello si sta rapidamente spostando verso risultati sbalorditivi: nel suo ultimo libro, Il cervello del ventunesimo secolo, Rose si è dedicato proprio alle conseguenze dello sviluppo delle neuroscienze e delle tecnologie di intervento sul cervello umano. Conquiste importanti ma delicate, nel momento in cui la possibilità di manipolare una mente umana si fa sempre più reale.

Professor Rose, scienza e tecnologia stanno esplorando sempre più a fondo il nostro cervello. La scienza svelerà i misteri della mente? Continue reading “Steven Rose: il cervello dopo l’11settembre”

Donghong Cheng: la scienza in Cina

A Trieste ho parlato con Donghong Cheng (foto), segretario esecutivo dalla China Association for Science and Technology (Cast), che si occupa di comunicazione della scienza tramite alcuni progetti di dimensioni bibliche: un «treno della scienza» e una flotta di autobus, per esempio, che nel giro di un anno hanno raggiunto qualcosa come sessantadue milioni di persone concentrate nelle aree più remote (e più povere) del paese, agli antipodi delle esplosive città della Cina orientale. Portando loro scienziati in carne e ossa, informazioni, musei intineranti… e diffondendo una cultura scientifica che è indispensabile per un paese che si candida a diventare capofila dello sviluppo globale.

Lo dimostra la Legge sulla divulgazione della scienza e della tecnologia, promulgata dal governo cinese, che obbliga tutti i media, dalla radio, ai giornali, alle tv, a dedicare più spazio alla scienza. E secondo la quale «chi usa la divulgazione della scienza per accumulare soldi, beni di valore o turbare l'ordine sociale verrà criticato e rieducato da una apposita commissione».

Nonostante i rischi legali e il codazzo di guardie del corpo che vigilano su quello che fa, Donghong è molto disponibile e non si tira indietro di fronte a qualunque tipo di domanda: il problema delle centinaia di migliaia di sfollati causati dalla costruzione delle grandi dighe? Un semplice scambio tra comunità locali e governo («no pain, no gain»). I diritti umani? Un sistema di valori che necessita di un retroterra culturale su cui innestarsi. Il pubblico della Fiera internazionale dell'editoria scientifica di Trieste le ha chiesto di tutto, dai diritti umani, appunto, al protocollo di Kyoto, dagli Ogm (grande motivo di pressione delle multinazionali sul governo cinese) al sistema educativo del suo paese.

L'intervista è uscita sull'Unità di oggi.

 

La ricchezza della Rete

E' uscito il libro di Yochai Benkler, La ricchezza della Rete. La produzione sociale trasforma il mercato e aumenta le libertà (Egea, 612 pagine, 34,50 euro). Potete scaricarlo in italiano da qui.

Un libro importante (e imponente), che cerca di tracciare un ritratto della società dell'informazione in rete. La tesi principale, di cui l'autore rintraccia conferme nel giornalismo, nel software, nella biomedicina, nelle relazioni sociali, è che la commons-based peer production – la produzione orizzontale basata sui beni comuni informazionali – sia uno strumento di liberazione dell'individuo e di progresso economico e sociale.

Anche nella scienza: non soltanto nel campo dell'editoria scientifica, nel quale l'Open Access si sta affermando ogni giorno di più. Ma anche, direttamente, nei processi di produzione del sapere tecnoscientifico. A Yochai Benkler ho fatto un paio di domande proprio sulla scienza, alla presentazione del libro il 10 maggio a Milano.

Professor Benkler, crede che la produzione orizzontale renda possibile qualcosa come una scienza 2.0? Continue reading “La ricchezza della Rete”

Addio, triste mercoledì!

Ieri è morto Kurt Vonnegut. Aveva ottantaquattro anni.

Chissà se lo rivedremo sul pianeta Tralfamadore con Kilgore Trout.

Queste parole le ha rivolte agli altri scrittori di fantascienza:

Vi amo, figli di puttana. Voi siete i soli che leggo, ormai. Voi siete i soli che parlano dei cambiamenti veramente terribili che sono in corso, voi siete i soli abbastanza pazzi per capire che la vita è un viaggio spaziale, e neppure breve: un viaggio spaziale che durerà miliardi di anni

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