Va bene, sono prevenuto perché Farmland è un videogioco che parla di benessere degli animali da macello senza prevedere l’opzione di NON macellarli. Però a parte quello, mi sembra che dimostri anche che i videogiochi politici, educativi o chiamateli come volete non siano pane per le istituzioni. L’avevo già notato con due videogiochi che trattavano il tema del cibo un paio di anni fa. Per un’istituzione sembra molto più difficile sfruttare il potenziale ribelle di un videogioco. Ma su questo tema non sono molto ferrato, se qualcuno conosce esempi diversi me lo dica.
Invece sono sicuro che Farmland, prodotto dalla Commissione Europea o meglio dal suo Direttorato per la salute e i consumatori, è semplicemente pallosissimo. E’ rivolto a bambini dai 9 ai 12 anni, che però spesso hanno in casa una playstation o una wii: per farli giocare a Farmland ci vorrebbero le minacce a mano armata. Questo videogioco si divide in una serie di piccoli giochi, ognuno ambientato in un allevamento (maiali, galline, vacche) o in una parte del processo produttivo (trasporto degli animali, acquisto dei prodotti finali). Non ne salvo uno, non solo perche sono pallosi, ma anche per quanto sono melensi e pieni di bontà artefatta, l’esatto contrario di quello che si cerca in un gioco: ironia, divertimento, rottura delle regole.
E poi, appunto, e qui sono davvero prevenuto, in Farmland si può migliorare il benessere degli animali – obiettivo lodevolissimo, ma temo irrealizzabile nei termini da Mulino bianco proposti dal gioco – ma mai diminuire il consumo di carne. Anzi, più li si rende felici, più li si potrà macellare con la coscienza pulita. L’insistenza dei produttori su felicità e contentezza degli animali della fattoria mi ha ricordato un progetto molto più interessante e istruttivo, Suicide Food, un blog che raccoglie pubblicità di "animali che desiderano essere mangiati".