L’idea è di Gary Pugh, capo della sezione scientifica di Scotland Yard e della Association of Chief Police Officers. Prelevare e catalogare il dna dei bambini delle scuole, se mostrano comportamenti che indicano che in futuro potrebbero diventare criminali, qualunque cosa ciò significhi.
Secondo Pugh, "dobbiamo scoprire chi potrebbe rappresentare la minaccia maggiore per la società", e più sono giovani meglio è, se li si scheda per motivi di sicurezza. I loro dna si aggiungerebbero ai 4,5 milioni di campioni già raccolti in Gran Bretagna: il più grande database d’Europa, ma secondo Pugh "il numero di crimini non risolti dice che non stiamo campionando le persone giuste". Infatti una schedatura più ampia sarebbe difficile, anche per motivi tecnici ed economici (per ora). Si tratta di scegliere meglio le persone, cominciando dai bulli che rubano le merende dei compagni.
Più avanti di tutti, comunque, c’è Disney World: per accedere a molte attrazioni occorre lasciare la propria impronta digitale in una delle macchinette all’ingresso. Per evitare scambi e compravendite di biglietti, naturalmente.


Chip impiantati nel cervello, grazie ai quali dei futuribili supersoldati potranno comandare gli armamenti con il pensiero. Ma che possono anche essere usati per curare la cecità e il morbo di Parkinson. Sono i possibili percorsi applicativi delle neuroscienze, quel ramo della ricerca che studia il cervello e che negli ultimi anni sta facendo passi da gigante, ricevendo fondi sempre maggiori.
Sull'Unità di giovedì 24 maggio è uscita una mia intervista a 
«Dear Mr. Young,
L'aeroporto Sky Harbor di Phoenix in Arizona ha sperimentato in pubblico un
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