Fatti la tua Repubblica

Vuoi spargere un po’ di panico in rete, o più semplicemente divertirti? Usa la nuova piattaforma blog di Fake is a Fake, che ti permette di riprodurre alla perfezione le pagine di La Repubblica, Osservatore Romano, Financial Times, Casa bianca e WTO.

Come dicono quelli di Fake is a Fake, per una volta puoi parlare con la voce del padrone. Lo dicono anche in un’intervista alla Repubblica: "finalmente il falso è alla portata di tutti". Approfittane.

There is not just one Truth.

There are not many Truths.


Tertium datur: Truth is nonsense.


– Luther Blissett –

 

Sergio Bologna sulla Writers Guild of America

Dal Manifesto del 19 febbraio un commento di Sergio Bologna sullo sciopero degli sceneggiatori americani.

Mentre l’Italia registrava l’ennesima morte sul lavoro e le lacrime di
coccodrillo da sottile rivolo diventavano torrente in piena, io passavo
ore a seguire sul video del mio computer di casa le vicende dello
sciopero degli sceneggiatori americani. Non è per raccontarlo, meglio
di me altri lo hanno fatto, ma per riflettere sulle possibilità della
comunicazione oggi che propongo queste considerazioni. Per dire che il
soggetto è doppio, noi che seguiamo da lontano e loro che laggiù
agiscono e la riflessione va fatta su tutti e due, perché ambedue siamo
coinvolti in un processo di trasformazione. Perché ci ho speso del
tempo? Perché ormai i comportamenti conflittuali dei «lavoratori della
conoscenza» e della «classe creativa» sono diventati il centro della
mia riflessione; ritengo questa una delle componenti sociali più
dinamiche in tutti i sensi.

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Tav e ponte: Le ragioni del no

I media, e la politica di palazzo, li hanno dipinti come il “popolo del no”, ostacolo al progresso e al benessere del paese, ignoranti, egoisti interessati solo al cortile di casa e magari anche violenti. Eppure i movimenti che si scontrano contro una certa idea di progresso non sono solo portatori di un’idea differente di sviluppo e di benessere. Sono anche un esempio di democrazia e di un nuovo modo di rapportarsi al sapere tecnico e alla politica.

Non lo dice un Beppe Grillo qualunque, ma uno studio sociologico che si è concentrato su due mobilitazioni simbolo delle lotte contro le devastazioni ambientali: contro la Tav in Val di Susa e contro il ponte sullo stretto di Messina. Le conclusioni sono state pubblicate in un libro, Le ragioni del no (Feltrinelli, 192 pagine, 11 euro) da Donatella della Porta e Gianni Piazza, due studiosi dei movimenti sociali che hanno deciso di puntare l’obiettivo sui “cortili” di casa nostra per trarne un quadro che ai problemi locali si allarga ad abbracciare tematiche di interesse ben più ampio. Ne abbiamo discusso con Donatella della Porta.

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HackIt_07 – ten years nerdcore

E’ il decimo hackmeeting italiano. Per la decima volta autogestito, senza sponsor, ospitato da uno spazio sociale. Dal 28 al 30 settembre, al CSOA Rebeldia di Pisa si incontrerà ancora la comunità hacker italiana (e come specificano loro, "un vero hacker per noi e’ chi vuole gestire se stesso e la sua vita come vuole lui, e sa (s)battersi per farlo. Anche se non ha mai visto un computer in vita sua").

Nei tre giorni di seminari si parlerà di Linux, VoIP(Voice over Internet Privacy), Wi-Fi Hunting, si imparerà a hackerare una bici e farsi il pane, progettare una rete distribuita e criptare la posta elettronica. Per chi non ha mai visto un hackmeeting, si consiglia una visita guidata al regno nerd del Lan Space. Chi ne capisce un po’ di più si presenti un paio di giorni prima, c’è da preparare il Rebeldia all’assalto delle centinaia di geek che affolleranno il meeting.

The Liberazione Papers

codice-binario.jpgPer tutto il mese di agosto ho tenuto un paginone settimanale su Liberazione, dedicato a scienza, rete, movimenti, sviluppo…

Si partiva con la scienza collaborativa online, aperta e orizzontale, per passare a Second Life (il giorno di ferragosto, cosa c’è di più adatto all’ombrellone?) e alla ristampa di Snow Crash di Neal Stephenson (Rizzoli, 551 pag, 11,60 euro), il romanzo che ha inventato il Metaverso.

Passata la sbornia di mojito e crema solare si arriva al rapporto, spesso ma non sempre conflittuale, tra scienza e movimenti, per concludere oggi con i problemi legati allo sviluppo: quale scienza e quale tecnologia per i paesi poveri?

Heathrow: siamo armati solo di scienza

armedwithpeerreview2.jpgAll’aeroporto londinese di Heathrow il Climate Action Camp della settimana scorsa ha dato vita a un movimento ecologista che ritiene che per salvare il mondo sia indispensabile un cambiamento sociale.

Guardate la foto qui a fianco. Gli attivisti marciano verso Heathrow sotto uno slogan esplicito: «siamo armati solo di scienza sottoposta a peer review». Quella che da anni avverte, sempre più compatta, che la catastrofe climatica si avvicina, e che la colpa è della CO2 prodotta dalle attività umane. Cui contribuiscono in misura crescente le emissioni dovute al traffico aereo, un settore in esplosione irrefrenabile.

Dal campo, organizzato secondo principi di risparmio energetico, vegano e alimentato da pannelli solari, ci arriva un nuovo esempio di uso diretto delle conoscenze scientifiche da parte di movimenti sociali. Avevate mai visto un corteo che invece del Libretto rosso di Mao sventola le pagine del rapporto su traffico aereo ed emissioni pubblicato dal Tyndall Center for Climate Research? Un movimento che fa un uso più smaliziato dei dati scientifici, certo, ma che non fa che mettere in atto quello che (quasi) tutti i governi del mondo si guardano bene dal fare, sotto alla cortina fumogena dei proclami ambientalisti.

Ma la salvezza non verrà certo dal nuovo business del carbon offset, denunciato occupando e bloccando le sedi di Climate Care Oxford e Carbon Neutral Company a Londra. Quello che reclamano dal Climate Camp, infatti, è qualcosa di più di una riduzione cosmetica delle emissioni: «Social change, not lifestyle change». E dal sound system a pedali del campo uscivano queste parole: «Non solo un cambiamento del clima, ma anche un clima di cambiamento».

Primo maggio 2007: Mayday!

Ci rivolgiamo ai precari e alle precarie, ai lavoratori e alle lavoratrici. Ai nativi ed ai migranti, uomini e donne. Ai contorsionisti della flessibilità, alle equilibriste del quotidiano. Ai cocoprecarizzati, alle interinali, alle false partite IVA, ai precari a tempo indeterminato e ai garantiti chissà fino a quando. Agli studenti, ai ricercatori, alle ricercatrici ed alle precarie della formazione e dell’informazione. A tutti/e quelli/e che cercano reddito e salario, a tutti/e coloro che pretendono diritti.

Let’s Mayday!

L’urlo che sette anni fa ha squarciato il silenzio imbarazzato dei media, e di ogni istituzione, di destra come di sinistra, che avvolgeva la questione precaria, si è trasformato oggi in una potente evocazione, in un riferimento unico, in una tappa imprescindibile della politica nazionale.

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noBlogs: socialmente connessi

«Blog senza logs»: la nuova piattaforma di blog messa a disposizione dal server autogestito di Autistici/Inventati si chiama NoBlogs e, in linea con la tradizione del collettivo di A/I, fornisce garanzie di anonimato e privacy. Anche evitando di conservare i log, le tracce delle operazioni che permettono di risalire a ogni movimento che facciamo su internet.

Insieme a NoBlogs, «contenitore di trame, energie spontanee ed autoorganizzate», Autistici/Inventati ha lanciato un servizio di social bookmarks simile al più noto del.icio.us. La ricetta è semplice: «Conserva i tuoi link preferiti in un unico posto raggiungibile ovunque. Condividili con chi vuoi. Assegna delle etichette in modo da poterli organizzare secondo le categorie che preferisci».

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Terrorismo e animali

Il Senato degli Stati Uniti – quello vecchio, il nuovo si insedierà tra qualche mese – pochi giorni fa ha approvato l’Animal Enterprise Terrorism Act, che ora passerà alla firma di George Bush. Si tratta di un gigantesco giro di vite contro «la maggiore minaccia terroristica interna», i gruppi di attivisti radicali che agiscono contro la sperimentazione o lo sfruttamento animale. Per esempio i sette di Shac, sotto processo negli Usa per aver gestito un sito internet che dava supporto ideologico alla campagna Stop Huntingdon Animal Cruelty Usa.

La definizione di terrorismo dell’Aeta, così come già avvenuto grazie ad altre, più note, leggi securitarie statunitensi, diventa labilissima e soggetta a interpretazioni giuridiche molto ambigue: un’azione che «interferisce con le attività di un’impresa», non necessariamente violenta.

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