Il nuovo numero di Jcom, il Journal of Science Communication pubblicato dalla Sissa e di cui sono da pochissimo uno degli editor, contiene un commentario su scienza e rete. Lo segnala anche il blog di Science Commons, il cui direttore John Wilbanks ha partecipato con un articolo sull’uso delle licenze open nella scienza. Secondo Wilbanks, l’uso di licenze mutuate dal mondo del software free/open non è sempre adeguato alle necessità di integrazione della scienza, cioè di apertura alla collaborazione, al riutilizzo e al riadattamento delle conoscenze. Meglio che i dati vengano esplicitamente riversati nel dominio pubblico, per esempio per mezzo della licenza CC0 che Science Commons sta sviluppando e che prevede la rinuncia a qualsiasi tipo di rivendicazione sui dati.
Una nota: l’articolo di Wilbanks è stato pubblicato, su sua esplicita richiesta, sotto licenza Creative Commons 3.0. Già, perché Jcom è una rivista open access ma non ha una politica di licenze aperte. Stiamo rimediando, lo giuro! Aspettate il prossimo numero…

L’associazione dei cantautori canadesi ha proposto di introdurre
Lo sentiamo dire da anni: l’Europa si candida a diventare leader della società della conoscenza, un’espressione di cui la politica si riempie la bocca spesso. Dietro ai buoni propositi tuttavia si nascondono diverse visioni dei modi per allargare il più possibile la circolazione delle conoscenze.
Lo so, lo so, LO SO che non bisognerebbe far loro pubblicità gratuita, ma la rivista scientifica sulla creazione è troppo divertente. Una rivista con tutti i crismi, sottoposta a peer review.
Il Manifesto pubblica una lunga intervista a
George Church
Per tutto il mese di agosto ho tenuto un paginone settimanale su Liberazione, dedicato a scienza, rete, movimenti, sviluppo…