Google e gli altri

«La missione di Google è organizzare le informazioni a livello mondiale e renderle universalmente accessibili e fruibili», lo dichiara poco modestamente la stessa azienda. Però non c'è dubbio: i motori di ricerca sono indispensabili per leggere quel formidabile strumento della cultura umana che è il Web, e Google si è imposto su tutti come il motore di ricerca per eccellenza.

Da una piccola stanza di Stanford stracolma di computer di seconda mano all'attuale gigantesco Googleplex di Mountain View, Sergey Brin e Larry Page hanno dotato la loro creatura di due caratteristiche vincenti: l'algoritmo di ricerca PageRank e un'immensa potenza di calcolo e di memoria.

In Google e gli altri. Come hanno trasformato la nostra cultura e riscritto le regole del business (Raffaello Cortina, 395 pagine, 24,50 euro) John Battelle, uno dei fondatori della rivista Wired, ricostruisce la storia di Google e della gara con «gli altri»: Yahoo!, AltaVista, Excite.

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Nel 2030 moriremo così

Il Global Burden of Disease Project, finanziato dalla Banca mondiale e condotto dalla Harvard University e dall’Organizzazione mondiale della sanità, lavora dal 1993 alle stime delle principali cause di morte.

Ora ha pubblicato su Plos Medicine le sue proiezioni di qui al 2030.

I tre scenari ipotizzati sono caratterizzati da diversi livelli di sviluppo socio-economico, ma hanno in comune l'aumento dell'età media in tutto il mondo e la diminuzione dei morti per malattie infettive, con l'importante eccezione dell'Aids, che aumenterà comunque le sue vittime.

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YouTube della scienza

Si chiama JoVE, Journal of Visualized Experiments, ma Nature l'ha già ribattezzata YouTube for test tubes, YouTube per le provette.

Questa rivista online open access è la prima al mondo a permettere ai biologi molecolari di pubblicare i video dei loro esperimenti, rendendoli disponibili liberamente per chiunque li voglia vedere.

L'obiettivo è quello di rendere più semplice la riproduzione degli esperimenti. JoVE si propone come «un forum per la pubblicazione di esperimenti biologici visualizzati. Ogni video-articolo includerà le istruzioni step-by-step di un esperimento, una dimostrazione delle attrezzature e dei reagenti e una breve discussione di esperti che descrivono i possibili problemi tecnici».

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L’ultimo Bad Trip

La notizia la dà Nero. Sabato 25 novembre a La Spezia è morto il Professor Bad Trip, artista underground, fumettaro e formidabile interprete delle mutazioni bio-psico-tecnologiche dei nostri anni.

Nei suoi mondi le persone erano ibridi maledetti tra corpi e macchine, e le loro menti sopravvivevano soltanto grazie a sostanze chimiche e protesi tecnologiche.

Il sottobosco dei suoi techno-ribelli si nascondeva nel caos delle città devastate dall'inquinamento e dalle tecnologie del controllo, computerizzate o psicotrope.

Addio, Professore. Che i tuoi sogni sfuggano alla Onirikon Transcorporation e continuino a nutrire le rivolte dei distops del 50° livello.

Lo ricordano Gomma, Indymedia e Carmilla.

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Biocarburanti dall’Africa all’India

L'India investirà 250 milioni di dollari per la produzione di biodiesel in Africa occidentale. Saranno quindici i paesi africani interessati, tra i quali Benin, Mali, Nigeria e Senegal, guidati dal Ghana. Per cominciare si parla di arrivare a 150.000 ettari di piantagioni di Jatropa, una pianta che tollera la siccità, sviluppando anche le tecnologie necessarie per trasformarla in carburante e trasportarla.

Le grandi nazioni del cosiddetto Bric (Brasile, Russia, India e Cina) sono in una fase di sviluppo forsennato, e la loro sete di fonti di energia aumenta. L'India, particolarmente sprovvista di fonti autoctone, importa il 70% del suo fabbisogno di idrocarburi. Ora dirige lo sguardo (e un bel po' di soldi) verso il biodiesel e verso l'Africa, che da parte sua è alla ricerca di energia a basso costo e di occasioni per monetizzare le sue immense possibilità agricole.

Per l'India si tratta di un investimento a medio termine in vista dell'obiettivo di soddisfare con i carburanti vegetali il 20% della sua domanda energetica entro il 2012. Senza contare che anche Brasile e Cina cominciano a considerare l'Africa un importante partner commerciale.

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Chi vuole la tua PlayStation 3?

In Europa non è ancora uscita, ma i milioni di PlayStation 3 vendute in Giappone e Stati uniti stanno già facendo gola a chi ha bisogno di una grande potenza di calcolo. Le nuove consolle hanno processori particolarmente potenti (3.2GHz) che saranno perennemente connessi alla rete. Perchè non usarli per risolvere problemi computazionali?

La stessa Sony ha annunciato che le PlayStation potranno essere usate per funzioni di calcolo parallelo, e ha autorizzato Folding@home, un programma di simulazioni al computer per studiare il comportamento di alcune proteine interessate in patologie come Huntington, Alzheimer, Parkinson. Nata a Stanford nel 2000, Folding@home ha già utilizzato un milione di Pc sparsi per il mondo. Ma con 10.000 Ps3 che lavorano in parallelo si potrebbe raggiungere una potenza di calcolo di un teraflops.

Ovviamente sfruttando i momenti – di solito la maggior parte del tempo – nei quali il proprietario della PlayStation non gioca e quindi il processore non lavora ai videogame.

In fila ad aspettare di accedere a questa enorme montagna di tempo-macchina inutilizzato si sarebbero già messi anche progetti meno nobili. Secondo Gartner, un'azienda di e-business e tecnologia, i milioni di Ps3 che saranno in rete tra pochi mesi attireranno cybercriminali ansiosi di utilizzarne i teraflops.

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noBlogs: socialmente connessi

«Blog senza logs»: la nuova piattaforma di blog messa a disposizione dal server autogestito di Autistici/Inventati si chiama NoBlogs e, in linea con la tradizione del collettivo di A/I, fornisce garanzie di anonimato e privacy. Anche evitando di conservare i log, le tracce delle operazioni che permettono di risalire a ogni movimento che facciamo su internet.

Insieme a NoBlogs, «contenitore di trame, energie spontanee ed autoorganizzate», Autistici/Inventati ha lanciato un servizio di social bookmarks simile al più noto del.icio.us. La ricetta è semplice: «Conserva i tuoi link preferiti in un unico posto raggiungibile ovunque. Condividili con chi vuoi. Assegna delle etichette in modo da poterli organizzare secondo le categorie che preferisci».

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Terrorismo e animali

Il Senato degli Stati Uniti – quello vecchio, il nuovo si insedierà tra qualche mese – pochi giorni fa ha approvato l’Animal Enterprise Terrorism Act, che ora passerà alla firma di George Bush. Si tratta di un gigantesco giro di vite contro «la maggiore minaccia terroristica interna», i gruppi di attivisti radicali che agiscono contro la sperimentazione o lo sfruttamento animale. Per esempio i sette di Shac, sotto processo negli Usa per aver gestito un sito internet che dava supporto ideologico alla campagna Stop Huntingdon Animal Cruelty Usa.

La definizione di terrorismo dell’Aeta, così come già avvenuto grazie ad altre, più note, leggi securitarie statunitensi, diventa labilissima e soggetta a interpretazioni giuridiche molto ambigue: un’azione che «interferisce con le attività di un’impresa», non necessariamente violenta.

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Freelancers Union

Se l'Economist parla di un sindacato in termini positivi, qualcosa di strano ci deve essere. In effetti la Freelancers Union, creata e gestita da Sara Horowitz (figlia e nipote di sindacalisti) non è un sindacato in termini classici, anche se con i suoi 37.000 iscritti è diventata la settima Union degli Stati uniti.

La Freelancers Union non si occupa dell'organizzazione dei precarissimi freelancer, che non sono solo i lavoratori dei giornali ma più in generale «un esercito in rapida crescita di lavoratori flessibili che saltano da un datore di lavoro a un altro». Tanto meno si interessa di lotte o rivendicazioni. Sul suo sito non si parla di scioperi, né di contratti. Però è ben chiara la necessità dei freelancers di reclamare «vite stabili anche senza avere accesso al nostro sistema di welfare basato sul lavoro stabile».

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Pane, amore e Burger King

Le grandi catene di fast food all'assalto. Kentucky Fried Chicken ha costruito il primo logo aziendale visibile dallo spazio. Proprio nel Nevada, vicino alla top secret Area 51.

Burger King invece sta girando un gigantesco spot sotto forma di film. Above the King sarà una commedia, incentrata sulla storia di un ragazzo che vive sopra un ristorante Burger King e ha una strana amicizia con un aristocratico: The King, il simbolo della corporation.

Adrienne Hayes, la portavoce dell'azienda, afferma che «Burger King si sforza di raggiungere i consumatori in un modo unico e non tradizionale». E infatti con questa operazione Burger King conferma la sua attenzione per forme di marketing originali, che non si limitano agli spot o alle sponsorizzazioni ma entrano direttamente nei meccanismi di produzione dell'immaginario. In particolare quelli rivolti a ragazzi e adolescenti, la fascia di clienti «trainante» dell'economia dei fast food.

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