Anna Adamolo è la pluralità del movimento contro la riforma Gelmini, è il rifiuto a giocare con il futuro come se fossimo a una partita di Monopoli, è il grido di un no e la fermezza di tanti sì.
Anna Adamolo è un immaginario non domato e non normalizzato, è la volontà di tenere aperto il molteplice e il possibile contro l’arroganza di un pensiero contabile, è il rifiuto di sanare le difficoltà dell’oggi con le miserie di domani.
Anna Adamolo è “Noi la crisi non la paghiamo”, Anna Adamolo sono le studentesse e gli studenti, le precarie e i precari, le maestre e i maestri, le insegnanti e gli insegnanti, le bambine e i bambini, le mamme e i papà che in questo mese e mezzo hanno portato nelle piazze d’Italia una protesta mai vista contro i truffatori del presente e del futuro.
Anna Adamolo ha una bella riserva di pazienza, ma non inesauribile. Anna Adamolo vuole prendersi il posto che le spetta in questa società, cominciando magari dal ministero della cosiddetta “pubblica istruzione”.
Se diventi amico di Anna Adamolo, ti chiediamo di cambiare il tuo nome, il tuo profilo o il tuo stato mettendo il suo nome e il suo logo al posto del tuo. Sarà un modo in più per dimostrare che non ci stai neanche tu, a questo gioco macabro che vuole subordinare la conoscenza e la solidarietà alla beffa e al profitto.

E va bene, Bush non c’è più, e con lui la sua cricca di guerrafondai e la loro lista di stati canaglia da cui il “mondo libero” doveva aspettarsi di tutto. Però nel 2003 un portavoce della Corea del Nord, uno dei paesi più cattivi e impuniti dell’Asse del Male, tanto per far capire al governo Usa di rivolgere i propri bombardieri da un’altra parte (si decise per l’Iraq, do you remember?) aveva dichiarato che il suo paese era in grado di
Seattle è la città dove
Dopo
Sono di ritorno da Malmo, dove si è tenuto il decimo
Nerd sulle barricate! L’opposizione al governo razzista parte dai laboratori! Oggi dalla segreteria della 