Cinque minuti per noi…

Sono le 23.55. Il Doomsday Clock, lo spaventoso "Orologio del Giorno del Giudizio" che segna il conto alla rovescia verso la guerra nucleare, si è mosso in avanti di due minuti. Da oggi mancano cinque minuti a mezzanotte.

Il Bulletin of Atomic Scientists, la rivista fondata da alcuni dei fisici del Progetto Manhattan che dal 1947 registra il pericolo di conflitti atomici muovendo avanti e indietro le lancette del grande orologio situato nell'Università di Chicago, ha fornito tre motivazioni per lo spostamento verso l'apocalisse:

Anzitutto le 27,000 testate nucleari sparse per il mondo, 2000 delle quali pronte al lancio nel giro di pochi minuti. Magari il pericolo non verrà da Stati uniti e Russia, che comunque ne hanno in rampa di lancio un migliaio a testa. Ma le nuove potenze nucleari come Corea del Nord, Pakistan e India, e probabilmente tra qualche anno Iran sono una minaccia crescente.

Poi i cambiamenti climatici, che minacciano di distruggere molti degli habitat della specie umana. Per esempio quello degli Inuit, che tra pochi anni potrebbero trovarsi sciolto il loro bel pack (senza aver mai bruciato un litro di benzina).

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Ma i vegetariani sono più furbi o più stupidi?

Uno studio pubblicato sul prestigioso British Medical Journal dimostrerebbe che le persone più intelligenti mangiano vegetariano.

I cervelloni dell'Università di Southampton – che purtroppo non ci dicono se loro sono vegetariani o meno – hanno preso in esame 8.179 persone cui vent'anni fa, quando erano bambini di dieci anni, era stato misurato il Quoziente di intelligenza.

Ora hanno trent'anni e 366 di loro sono vegetariani, di cui nove vegani e un centinaio che mangiano pollo o pesce.

Il calcolo è semplice: il QI medio da bambini dei vegetarian/pollo/pescivori era di 105 punti contro i 100 dei carnivori. Insomma, i bravi ragazzi diventano vegetariani o qualcosa di simile. Nessuno però si preoccupa di commentare alcuni strani particolari dello studio:

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Arriva il ciclone Al Gore

È uscito il nuovo libro di Al Gore: Una scomoda verità. Come salvare la Terra dal riscaldamento globale, Rizzoli editore, 336 pagine, 30 euro.

Quest'estate mi ero stupito nel vedere le vetrine delle librerie degli Stati uniti così stracolme di questo libro, ma oggi addirittura scopro che il film-documentario dallo stesso titolo sarebbe in corsa per gli Oscar del 2007, dopo il successo raccolto a Cannes.

Sia il libro che il film, molto simili dal punto di vista dell'impianto comunicativo, spettacolarizzano i dati scientifici e puntano tutto sulla rappresentazione hollywoodiana della catastrofe. Cosa c'è di meglio di una bella fine del mondo per coinvolgere emotivamente gli spettatori?

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Nel 2030 moriremo così

Il Global Burden of Disease Project, finanziato dalla Banca mondiale e condotto dalla Harvard University e dall’Organizzazione mondiale della sanità, lavora dal 1993 alle stime delle principali cause di morte.

Ora ha pubblicato su Plos Medicine le sue proiezioni di qui al 2030.

I tre scenari ipotizzati sono caratterizzati da diversi livelli di sviluppo socio-economico, ma hanno in comune l'aumento dell'età media in tutto il mondo e la diminuzione dei morti per malattie infettive, con l'importante eccezione dell'Aids, che aumenterà comunque le sue vittime.

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YouTube della scienza

Si chiama JoVE, Journal of Visualized Experiments, ma Nature l'ha già ribattezzata YouTube for test tubes, YouTube per le provette.

Questa rivista online open access è la prima al mondo a permettere ai biologi molecolari di pubblicare i video dei loro esperimenti, rendendoli disponibili liberamente per chiunque li voglia vedere.

L'obiettivo è quello di rendere più semplice la riproduzione degli esperimenti. JoVE si propone come «un forum per la pubblicazione di esperimenti biologici visualizzati. Ogni video-articolo includerà le istruzioni step-by-step di un esperimento, una dimostrazione delle attrezzature e dei reagenti e una breve discussione di esperti che descrivono i possibili problemi tecnici».

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L’ultimo Bad Trip

La notizia la dà Nero. Sabato 25 novembre a La Spezia è morto il Professor Bad Trip, artista underground, fumettaro e formidabile interprete delle mutazioni bio-psico-tecnologiche dei nostri anni.

Nei suoi mondi le persone erano ibridi maledetti tra corpi e macchine, e le loro menti sopravvivevano soltanto grazie a sostanze chimiche e protesi tecnologiche.

Il sottobosco dei suoi techno-ribelli si nascondeva nel caos delle città devastate dall'inquinamento e dalle tecnologie del controllo, computerizzate o psicotrope.

Addio, Professore. Che i tuoi sogni sfuggano alla Onirikon Transcorporation e continuino a nutrire le rivolte dei distops del 50° livello.

Lo ricordano Gomma, Indymedia e Carmilla.

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Pane, amore e Burger King

Le grandi catene di fast food all'assalto. Kentucky Fried Chicken ha costruito il primo logo aziendale visibile dallo spazio. Proprio nel Nevada, vicino alla top secret Area 51.

Burger King invece sta girando un gigantesco spot sotto forma di film. Above the King sarà una commedia, incentrata sulla storia di un ragazzo che vive sopra un ristorante Burger King e ha una strana amicizia con un aristocratico: The King, il simbolo della corporation.

Adrienne Hayes, la portavoce dell'azienda, afferma che «Burger King si sforza di raggiungere i consumatori in un modo unico e non tradizionale». E infatti con questa operazione Burger King conferma la sua attenzione per forme di marketing originali, che non si limitano agli spot o alle sponsorizzazioni ma entrano direttamente nei meccanismi di produzione dell'immaginario. In particolare quelli rivolti a ragazzi e adolescenti, la fascia di clienti «trainante» dell'economia dei fast food.

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A fin do mundo!

Il 24 ottobre il Wwf presenta in Cina il suo nuovo Living Planet Report. Il documento contiene una data che in poche ore fa il giro del globo, rimbalzando su tutti i giornali: la data della fine del mondo. È il 2050, anno in cui, a questi ritmi di crescita, serviranno le risorse di due Terre per far fronte alle esigenze dell'umanità. Nuovi pianeti abitabili non sono in vista, e la catastrofe si avvicina.

È l'eterno ritorno delle paure millenaristiche? Un bug ecologico di inizio millennio? Consultando la sfera magica del web appare una risposta fredda e implacabile: siamo pieni di profezie che annunciano la fine del mondo. Senza entrare nel merito delle solidissime ragioni del Wwf, si può considerare questo episodio come uno dei tanti che periodicamente rimescolano il frame «apocalisse» all'interno della cultura globale.

Il sito più completo tra i tanti che parlano di fine del mondo è Doomsday Guide, che costruisce una tassonomia maniacale dei diversi tipi di fine del mondo. Religiosa, tecnologica o ecologica, annunciata da oscure profezie indiane o dal libro delle rivelazioni, nucleare o naturale, su Doomsday Guide c'è una fine del mondo per tutti i gusti.

Scaricatevi la guida per prepararvi a sopravvivere alla fine del mondo.

Scaricatevi anche il report del Wwf.

Leggete cosa succederebbe se la specie umana scomparisse improvvisamente. Qui c'è anche un bel grafico.

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Cyber terrorista è lo Stato!

Anche il Department of Homeland Security statunitense, nato sull’onda della guerra al terrorismo post-undici settembre, se la prende ogni tanto con i movimenti sociali. Nel febbraio scorso il Dhs ha iniziato i suoi wargames contro il terrorismo cibernetico: un’esercitazione anti-intrusione nei sistemi informatici che ha coinvolto un centinaio di organizzazioni non solo americane ma anche canadesi, britanniche e australiane.

Si trattava di coordinare la risposta a un attacco via computer, simulando le reazioni delle diverse strutture e le ripercussioni sul sistema dei trasporti o su quello dell’informazione, per esempio. Il Dipartimento per la sicurezza nazionale non aveva però svelato i particolari tecnici né «politici» dell’esercitazione. Così la sorpresa di scoprire i protagonisti della simulazione la dobbiamo a Cryptome, il sito di controinformazione che si diverte (a costo di essere costantemente nel mirino delle forze dell’ordine) a pubblicare documenti secretati dai governi, soprattutto quelli relativi a «libertà di espressione, privacy, crittografia, tecnologie, sicurezza nazionale, intelligence».

Cryptome ha reso pubblico un documento del Dhs dal quale veniamo a sapere, non senza sorridere, che l’importante simulazione di febbraio riguardava un attacco di «Freedom not bombs», un fantomatico movimento cyber terrorista il cui nome ha una somiglianza perlomeno sospetta con Food not bombs, l’organizzazione pacifista che distribuisce pasti vegani agli homeless.

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Fame di giochi

Due videogame, entrambi gratuiti e scaricabili dalla rete, affrontano da posizioni diverse i problemi legati a cibo, agricoltura, ambiente e fame. Si tratta di usare il videogioco come mezzo di comunicazione, e Food Force e McVideogame sono due esempi di come si possano saltare i confini tra generi utilizzando linguaggi originali per parlare di temi serissimi in modo moderno ed efficace… continua Continue reading “Fame di giochi”