Ieri sul blog di Chris Anderson di Wired è apparso un interessante post che ipotizza alcune delle novità che la rivista potrebbe adottare per integrare carta e web e seguire le magiche parole d'ordine «trasparenza» e «partecipazione».
Sabato 16 agli Stati generali del Manifesto, che vuole rinnovarsi proprio guardando in quella direzione, i giornalisti e i lettori parleranno di cose simili. Ecco le proposte di Anderson:
1) Mostrare chi siamo: ogni redattore avrà il suo blog, la sua biografia e la spiegazione delle sue mansioni on line, e darà ai lettori la possibilità di contattarlo.
2) Mostrare su cosa stiamo lavorando: permettere l'accesso ai wiki su cui lavora il giornale.
3) «Il processo come contenuto»: mettere a disposizione del pubblico i materiali grezzi, per esempio le interviste prima del taglia-e-cuci redazionale, e permettere ai lettori di dire la loro anche su quello.
4) Privilegiare la folla: applicare il mitico crowdsourcing dando ai commenti la stessa importanza degli articoli, pubblicando in automatico le lettere al direttore, facendo commentare e votare tutto.
5) Lasciare che i lettori decidano cosa è meglio: usare Reddit, un software di social bookmarking, per misurare statisticamente l'interesse e il valore degli articoli secondo i lettori e costruire il giornale di conseguenza.
6) Wikificare tutto: Wired ci ha provato con «Veni. Vidi. Wiki», un articolo sui wiki scritto su un wiki dai lettori e pubblicato nella rivista. Ha funzionato.
Provate a immaginare un giornale fatto così, non sarebbe divertente? Naturalmente Anderson non si nasconde i mille problemi che potrebbero nascere da queste novità, ma garantisce che saranno tutte prese in considerazione.
Ah, avrei voluto linkare una pagina di presentazione degli Stati generali che Il Manifesto terrà sabato 16 dicembre a Roma, ma non l'ho trovata, evidentemente non esiste. Cominciamo male…
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