Vedere il tuo liceo occupato dopo tanti anni ti ha fatto venire nostalgia della giovinezza? Niente, in confronto al libro Make music not money, Punk a Pavia 1990-2000: una raccoltona di storie, immagini, foto, flier, sulla storia dei DDI e del punk a Pavia e in Italia, una guida agli squat più loschi d’Europa e alle droghe più economiche degli anni novanta. Per presentare il video i DDI si sono riformati e sono in tour nei peggiori centri sociali del belpaese.
Un’ultima cosa: è un libro autoprodotto, lo trovate ai banchetti ai concerti oppure ordinatelo da loro. La qualità, non ci crederete, è ottima. Divertente, stampato bene, imperdibili i volantini dei concerti e l’estetica da fanzine punk taglia-e-incolla. Soprattutto però è una testimonianza pop ma radicale di un pezzo di controcultura italiana del decennio passato. L’idea di autogestione della musica che scaturiva in quei dischi e in quei concerti ha dato il suo contribuito anche alla cultura libertaria che oggi vive in una parte significativa di internet. 15 euro per 178 pagine formato gigante. Mi sembra di essere tornato ai tempi della Lega dei furiosi…