Dal Sole 24 ore/Nova di ieri, copincollo questo pezzo di Geert Lovink, autore di Zero Comments (Bruno Mondadori, 184 pagine, 14 euro). Lovink era ieri all’Università Bicocca di Milano all’interno del convegno Tech it Easy.
Society of the Query: The Googlization of our Lives. A Tribute to Joseph Weizenbaum
«Uno spettro insegue le elite intellettuali del mondo: l’eccesso di informazione. Le persone normali hanno dirottato le risorse strategiche e stanno intasando i canali mediatici, che una volta erano attentamente sorvegliati. Prima di internet, i mandarini si cullavano nell’idea di poter separare le “chiacchiere” dalla “conoscenza”, ma dopo la nascita dei motori di ricerca non è più possibile distinguere tra idee patrizie e gossip plebeo. La distinzione tra alto e basso e il loro rimescolamento in occasione del carnevale appartengono a tempi passati e non abbiamo più motivo di preoccuparcene, perchè oggi l’allarme è causato da un fenomeno completamente nuovo: i motori di ricerca scelgono in base alla popolarità, non alla Verità.
Continue reading “Geert Lovink: La googlizzazione delle nostre vite”

Oltre a ospitare la Microsoft, il gigante locale, Seattle è piena di imprese del web: solo qui nel quartiere di Fremont hanno sede Adobe, Google e GettyImages, tanto per dire. Ma soprattutto Seattle è famosa per le company di
Chi ha ancora in mente l’immagine del capitalista ciccione con la bombetta e del povero lavoratore magro ed emaciato la può cancellare tranquillamente. Ai nostri tempi l’obesità è affare dei poveri, e chi la studia dovrebbe capire perché colpisce proprio loro. Tanto che SciDev ospita
Mentre scrivo il mio pc sta scaricando un tot di film e dischi piratati. Sono un criminale o sto fruendo cultura nel modo proprio del nostro tempo? Un criminale, secondo
Dalle reti virtuali di Internet alle reti sociali e di lavoratori che vivono nel mondo della precarietà. Ned Rossiter è un ricercatore indipendente che vive a Pechino e che si occupa dei nessi tra cultura di rete, lavoro creativo e precarietà. Il suo libro 

C’è un mondo dove le auto non inquinano e scorazzano in terre incontaminate (cioè senza auto), dove le multinazionali del petrolio producono energia pulita e si può fermare il riscaldamento climatico consumando di più. È quello della pubblicità, in cui le aziende più inquinanti cercano disperatamente di nascondere le loro code di paglia, darsi una bella mano di verde e rivendersi come protettrici dell’ambiente.
È uscito l’ultimo libro di